Il canovaccio dell’ultimo live di Paolo Saporiti raggiunge qui la sua massima espressione scenica ed emotiva, per quanto attiene il lavoro del solo cantautore, nudo e crudo, teatrale. L’apice viene raggiunta nella versione completamente acustica, laddove il locale e l’attenzione del pubblico lo permettano. Chitarre acustiche e canzoni introdotte dalle parole e dai testi originali dei grandi maestri (Shakespeare, Puskin, Beckett). Un viaggio poetico ed emotivo in un mondo fuori dal tempo.

L’intima voce e l’acustica di Paolo Saporiti incontrano il violoncello di Francesca Ruffilli in un progetto che ha ormai passato le 50 rappresentazioni sparse lungo lo stivale. L’ascoltatore/spettatore viene calato all’interno del nuovo lavoro discografico del cantautore milanese (La mia falsa identità) tramite una sequenza di monologhi e di canzoni originali, senza soluzione di continuità. Una sorta di flusso immaginifico, scandito dalle incursioni solistiche del violoncello. Una dettagliata ed emozionale rilettura delle canzoni in una versione primordiale e minimal che riesce a cogliere a pieno l’essenza delle composizioni. Una magica alchimia, sul palco, tutta da godere.

Con l’esperienza accumulata nell’ultimo anno di tour e più di 50 date di replica in solo e con Francesca Ruffilli al violoncello, legate all’uscita dell’ultimo disco doppio “La mia falsa identità”, il cantautore prova ad allargare la paletta dei colori e delle suggestioni e a dare nuova forma e vita allo spettacolo in sé. Chiedendo aiuto a uno dei migliori talenti presenti sulla scena musicale italiana, in grado di apportare gli elementi necessari alla performance: poesia e abrasione, cura per la dinamica e per i dettagli, una vasta varietà timbrico/sonora e, non ultima, una competenza specifica nell’utilizzo del grammofono e dei suoi infiniti archivi. Decide così di riaprire la collaborazione e il dialogo con Xabier Iriondo. Fanno così la loro comparsa, sulla scena, nuovi personaggi quali Taisho Koto, Mahai Metak, grammofono, chitarra elettrica pulita e distorta, strumenti etnici a servizio delle canzoni e dei monologhi (Amleto, Mozart e Salieri, più un estratto di testi originali) che mirano a introdurre e amplificare i contenuti già espressi nei brani.